“La strada verso la sostenibilità passa per un’azione condivisa”, ha detto Michele Uva al SFS24
Dopo aver mostrato le strategie ESG adoperate nel contesto di EURO2024, Michele Uva – Director of Social & Environmental Sustainability UEFA – è stato intervistato sul palco del SFS dal giornalista Riccardo Luna. Il panel, intitolato “Euro2024: esempio di azioni concrete“, è ruotato attorno al tema della sostenibilità, che lo stesso Uva ha definito “un asset imprescindibile e dalla grande influenza culturale e sociale“. A pochi giorni dalla COP29, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, il Summit ha voluto dare largo spazio alle dinamiche che legano le politiche ambientali alla football industry.
Una UEFA più sostenibile attrae maggiori sponsorizzazioni? Certamente sì, dal momento che gli sponsor sono inclini a legare il proprio marchio a club, o federazioni, che mostrino azioni concrete volte all’ottenimento di un risultato finale tangibile e misurabile.
“Tutti i club oggi hanno inserito nel proprio organico un ESG manager – ha detto Uva -, ma per una buona riuscita degli obiettivi prefissati è necessario un high committement management. La strada verso la sostenibilità passa per un’azione condivisa“. Un percorso lungo e difficile, quindi, con evidenti influenze culturali e sociali su tutti gli stakeholder impegnati.
A proposito di modelli virtuosi, durante il panel è stata valorizzata l’Udinese – uno dei sei club invitati alla COP29 – per l’impegno dimostrato nell’adozione di pratiche ambientali corrette. Un esempio da seguire, soprattutto considerando che il Bluenergy Stadium sarà presto dotato di un parco solare con 2409 pannelli, puntando così all’autosufficienza energetica
Un playbook di linee guida tracciate dalla UEFA che è stato applicato anche in occasione della finale di Coppa Italia 2024, disputata allo stadio Olimpico tra Atalanta e Juventus, benché lo Stivale sia ancora piuttosto lontano dall’eguagliare gli altri paesi europei. “All’estero l’approccio è di tipo bottom up, con forze motrici che partono dal basso. In Italia invece tendiamo a privilegiare un sistema top-down, che crea un gap tra il team e i responsabili delle decisioni. Ma i margini di miglioramento ci sono, e si possono ottenere soltanto attraverso precisi standard di efficiente programmazione“, ha dichiarato il Direttore UEFA.
Per concludere, il futuro della football industry dipenderà dalla capacità di tutti gli attori coinvolti di adottare un approccio sostenibile e condiviso: solo così sarà possibile trasformare il gioco più amato al mondo in un motore di cambiamento globale.