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SFS24, la Serie A e la strada verso la leadership globale del calcio

La serie A, oggi, è a tutti gli effetti una media company. Abbiamo riposizionato il prodotto in uno scenario competitivo secondo logiche commerciali e di intrattenimento“, così l’amministratore delegato (AD) Lega Serie A Luigi De Siervo si è espresso dal palco del SFS24, evento dedicato alla football industry nazionale e internazionale. La giornalista di Amazon Prime Video Giulia Mizzoni ha intervistato l’AD, rivolgendogli domande specifiche sulle strategie della Lega e sui progetti futuri.

De Siervo ha valorizzato il lavoro svolto in questi anni, con NBA, NFL e Premier League che hanno costituito – ha detto – dei modelli di riferimento in ambito commerciale e di entertainment. Ma non solo, dal momento che anche i grandi broadcaster come Netflix o Amazon Prime sono stati valide fonti di ispirazione comunicativa.

La Serie A, oggi, è competitiva anche in termini sportivi e agonistici. Ci sono sei squadre in lotta per il titolo nazionale, così come altre otto che combattono per non retrocedere nella serie minore. E poi ci sono stati dei cambiamenti radicali, come la customizzazione dei messaggi pubblicitari o dei calendari sulle esigenze di ciascun club oltre a investimenti in infrastrutture tecnologiche – dal VAR al fuorigioco semiautomatico, fino alla costituzione dell’Iliad International Broadcasting Center di Lissone.

Il miglioramento dello standard qualitativo del prodotto, soprattutto attraverso l’innovazione tecnologica, consente di aumentare il valore commerciale della Serie A. Tuttavia, questa strategia deve affrontare una sfida importante: la condizione infrastrutturale dei principali stadi italiani, spesso obsoleti e non adeguati a garantire riprese di alta qualità richieste dalle moderne piattaforme di broadcasting.

De Siervo ha insistito molto sul paradigma Premier League nei confronti del quale, ha aggiunto, la serie A non è distante da un punto di vista qualitativo. Tuttavia, la Premier ha investito in un approccio orientato all’estero e alla commercializzazione del brand, mentre in Italia, anche per motivi culturali, c’è stata a lungo una visione miope che ha preferito capitalizzare i propri sforzi sulle individualità dei singoli club. “Abbiamo perso il treno della globalizzazione, e recuperare il gap diventa ormai complesso dato che ci sono dei vantaggi consolidati“, ha detto l’AD.

Proprio per questo motivo, durante l’intervista è stata spiegata l’importanza di competizioni spesso bistrattate come Coppa Italia e Supercoppa, con quest’ultima che vede le fasi finali del torneo giocate all’estero. Dove? In Medio oriente, un terreno florido di potenziali stakeholder e con un’ampia fetta di popolazione under25. La contaminazione è fondamentale per esportare il brand e crescere fuori dai confini nazionali, senza scordarsi dei tifosi per cui sono comunque stati pensati dei pacchetti a prezzi accessibili per continuare a supportare la loro squadra del cuore.

Infine, hanno trovato ampio spazio tutte le attività promosse dalla Lega: dalla campagna “Keep Racism Out” inserita anche nel videogioco FIFA22, al documentario “Seydou – il sogno non ha colore” trasmesso alla Mostra del Cinema di Venezia in collaborazione con Rai Cinema.

La serie A si conferma quindi tra i top 5 campionati europei, sia da un punto di vista commerciale sia sportivo. L’Italia ha sempre avuto una grande tradizione in termini formativi, atletici e di esportazione dei migliori allenatori al mondo. Lo Stivale insegna calcio, ma solo attraverso un’innovazione costante e una visione globale, la Serie A potrà consolidarsi come punto di riferimento nel calcio mondiale, appassionando i tifosi di oggi e conquistando quelli di domani.