La prima con il formato che prevede la classifica a girone unico, per un totale di 36 squadre (4 in più rispetto a quelle previste dalla precedente organizzazione della competizione), in vigore fino allo scorso anno.
Le novità
Rispetto alla formula precedente, quella che sarà utilizzata a partire da quest’anno prevede un maggior numero di partite.
Si passa infatti dalle sei della vecchia fase a gironi, alle 8, che caratterizzeranno la prima fase.
I club continueranno ad essere divisi in fasce e ogni squadra pescherà due avversari per fascia.
Questo secondo le intenzioni dell’Uefa dovrebbe garantire più spettacolo, con un maggior numero di big match, già dalle prime battute del torneo.
Le prime otto qualificate accederanno direttamente agli ottavi di finale, mentre le squadre che si piazzeranno dal 9° al 24° posto andranno ai playoff.
Teste di serie ai sedicesimi saranno quei club che saranno compresi tra la nona e la sedicesima piazza in classifica.
Le squadre classificate tra la 25° e la 36° posizione saranno eliminate dalla Uefa Champions League e da tutte le altre coppe europee, è stata infatti abolita la “retrocessione” in Europa League.
Si formerà poi un tabellone “tennistico”, che condurrà fino alla finale di Monaco di Baviera.
L’Italia, avendo avuto il miglior ranking Uefa nella scorsa stagione, ha beneficiato di un posto bonus e avrà quindi 5 squadre al via della competizione.
Si tratta di Inter, Milan, Juventus, Bologna e Atalanta.
Le squadre al momento qualificate e le sorprese
Ecco quali sono al momento le squadre già certe di prendere parte alla nuova Champions League, in attesa del ritorno dei preliminari.
In serata infatti scenderanno in campo le seguenti partite, per assegnare gli ultimi slot disponibili: Qarabag-Dinamo Zagabria, Stella Rossa-Bodø/Glimt, Slovan Bratislava-Midtjylland e Slavia Praga-Lille.
Nella serata di ieri si sono assicurate un posto alla fase successiva Young Boys, Salisburgo e Sparta Praga, che hanno avuto la meglio rispettivamente su Galatasaray, Dinamo Kiev e Malmö. Quattro squadre hanno firmato una vera e propria impresa qualificandosi direttamente all’edizione che inizierà a metà settembre.
Si tratta di Bologna, Brest, Aston Villa e Girona.
Per gli emiliani si tratta di un ritorno nella massima competizione europea, dopo 60 anni dall’ultima volta.
Per i francesi invece sarà una prima volta, lo Stade Brestois 29 (questo il nome completo) non era mai andato oltre l’ottavo posto in campionato (centrato nel 1986/1987).
La squadra dei “Pirati” che ha sede in una piccola città bretone, di appena 140 mila abitanti, ha militato in Ligue 2 dal 2013 al 2019.
Anche quello dell’Aston Villa sarà, come nel caso dei rossoblù, un ritorno attesissimo sulla scena europea più importante.
L’ultima apparizione dei Villains è datata 1983, quando sono stati eliminati dalla Juventus ai quarti di finale.
Ne LaLiga il miracolo sportivo è stato quello del Girona, che solo due anni giocava in Seconda Divisione, si è classificato terzo, staccando il pass per la Champions League di quest’anno.
La certezza della partecipazione è arrivata però, per gli spagnoli, solo a inizio luglio.
A quel periodo risale il parere positivo del Club Financial Control Body (CFCB) dell’Uefa, che ha potuto verificare i significativi cambiamenti apportati da parte degli investitori interessati.
I biancorossi, che fanno parte della holding che detiene anche il Manchester City, (City Football Group) erano a rischio violazione dell’Articolo 5, del regolamento del massimo organismo del calcio europeo.
Tale norma è volta a disciplinare la fattispecie in cui due club, che fanno capo a uno stesso proprietario, si trovino a disputare la stessa competizione.
La questione si è risolta grazie a una struttura di “blind trust”, con la quale i suddetti investitori hanno trasferito le azioni del Girona a fiduciari indipendenti.
Il tutto è stato realizzato sotto il controllo della Prima Camera del CFCB.
La Lista
- Italia: Inter, Juventus, Atalanta, Milan, Bologna*;
- Germania: Bayer Leverkusen, Bayern Monaco, Stoccarda, Lipsia, Borussia Dortmund*;
- Spagna: Real Madrid, Barcellona, Girona, Atlético Madrid;
- Inghilterra: Manchester City, Arsenal, Liverpool, Aston Villa;
- Francia: PSG, Monaco, Brest;
- Olanda: PSV Eindhoven, Feyenoord;
- Portogallo: Sporting, Benfica;
- Belgio: Bruges;
- Scozia: Celtic;
- Ucraina: Shakhtar Donetsk;
- Austria: Sturm Graz, Red Bull Salisburgo;
- Svizzera: Young Boys;
- Repubblica Ceca: Sparta Praga;
I ricavi della nuova Champions League
L’Uefa ha spiegato in una circolare che le 36 squadre succitate, si spartiranno una cifra complessiva di circa 2,5 miliardi di euro (contro i 2 miliardi precedenti).
Questi soldi sono divisi in tre voci. Il 27,5% (670 milioni di euro) sarà assegnato come quota di partecipazione.
Si tratta di circa 18, 62 milioni di euro per ogni club facente parte della competizione.
Una quota pari al 37,5% (914 milioni) sarà divisa in base ai risultati ottenuti, mentre il restante 35% (853 milioni) verrà redistribuito sulla base di una voce che calcola il valore complessivo sul mercato della squadra nel paese di appartenenza e il ranking, legato ai risultati recenti, conseguiti in Europa.
Ogni vittoria varrà circa 2,1 milioni di euro, mentre il pareggio ne garantirà 700.000.
Avrà luogo anche l’assegnazione di 666 quote, dal valore di circa 275 mila euro ciascuna.
Il numero di quote aumenterà in base alla posizione di classifica raggiunta: chi chiuderà in testa la prima fase avrà diritto a 36 quote (9,9 milioni di euro).
Per l’ultima classificata invece ce ne sarà soltanto una.
Conclusa la prima fase, inizierà il tabellone ad eliminazione diretta e per ogni turno superato ci saranno ovviamente dei premi in denaro.
Ecco come è stata fatta la divisione del montepremi:
- Ottavi di finale: 11 milioni di euro
- Quarti di finale: 12, 5 milioni di euro
- Semifinale: 15 milioni di euro
- Finalista: 18,5 milioni di euro
- Vincitrice: 29 milioni di euro (contando anche i 4 milioni garantiti dalla qualificazione alla Supercoppa Europea 2025-2026).
La voce che assegna il 35% del montepremi riguarda il value.
Si tratta di una somma tra il valore del club nel mercato domestico di riferimento e i suoi risultati in Europa.
Corrisponde infatti al market pool e al ranking storico, che erano gestiti separatamente fino alla scorsa stagione.
Gli 853 milioni di euro complessivi del value vengono spartiti in proporzione alla vendita dei diritti audiovisivi nei mercati europei (la “parte europea”) e negli altri (cd “parte extraeuropea”).
Tale rapporto si basa sulle cifre stipulate con le emittenti della competizione.
E’ prevista una classifica che metterà a confronto i vari paesi, sarà legata a quanto le diverse televisioni nazionali contribuiranno all’aumento complessivo del ricavato alla voce media della Champions League.
A quel punto, la graduatoria coinvolgerà le singole squadre.
Queste ultime infatti saranno poste in relazione in base alle partecipazioni alla fase a gruppi delle competizioni europee degli ultimi cinque anni (otterranno 3 punti per ogni Champions League disputata, 2 per ogni Europa League e 1 per ogni Conference League).
Successivamente sarà stilata un’ulteriore graduatoria che riguarderà il ranking Uefa dell’ultimo quinquennio e che terrà conto anche dei risultati ottenuti.
Verrà poi calcolata una media tra la classifica legata al mercato televisivo interno e quella che concerne il ranking.
La “parte extraeuropea” prende invece in considerazione solo i risultati dei club nelle ultime 10 edizioni di Uefa Champions League.
La situazione delle italiane
Secondo quanto riportato da “Calcio e Finanza” il mercato italiano dei diritti tv della più importante coppa europea per club (considerando il triennio 2024-2027) si colloca al quinto posto, alle spalle di Francia, Inghilterra, Spagna e Germania.
Alla luce di quanto detto i ricavi delle squadre italiane sarebbero questi, sommando tutte le voci descritte in precedenza:
- Inter: 50,92 milioni
- Juventus: 49, 31 milioni
- Atalanta 46,12 milioni
- Milan: 43, 88 milioni di euro.
- Bologna: 36, 19 milioni di euro
Gli sponsor della Champions League
L’Uefa ha confermato come sponsor per l’edizione della Champions League 2024-2025 i seguenti partners: Heineken, Lay’s, PlayStation, FedEx, MasterCard, crypto.com e Just Eat Takeaway.com e PepsiCo.
Tra questi Heineken, PepsiCo e MasterCard anno rinnovato l’accordo di sponsorizzazione con il massimo organo del calcio europeo fino al 2027.
La suddetta PepsiCo, dovrebbe aver aumentato l’importo del 20%, ingolosita dalla nuova struttura della competizione.
Non si sanno ancora le cifre della nuova intesa con un altro partner di lunga data (MasterCard), ma secondo le indiscrezioni, il precedente contratto aveva un valore di circa 170 milioni di euro.
Una novità assoluta è rappresentata da crypto.com, annunciata dall’Uefa nelle scorse settimane.
Si tratta del primo sponsor proveniente da tale settore nella storia della competizione.
Crypto.com è diventato uno dei marchi globali più riconosciuti con oltre 100 milioni di utenti, grazie alle collaborazioni strategiche.
Tra queste è giusto citare la Crypto.com Arena di Los Angeles, la Formula 1, l’UFC e non solo.
Insomma il nuovo format della Champions League si sta rivelando un’ottima vetrina anche per attirare nuovi sponsor.
Ora l’ultima parola passa al campo, appuntamento al prossimo 17 settembre per la prima giornata.
Domani alle ore 18 si alzerà il sipario sulla nuova Champions League
La prima con il formato che prevede la classifica a girone unico, per un totale di 36 squadre (4 in più rispetto a quelle previste dalla precedente organizzazione della competizione), in vigore fino allo scorso anno. Le novità Rispetto alla formula precedente, quella che sarà utilizzata a partire da quest’anno prevede un maggior numero di partite. Si passa infatti dalle sei della vecchia fase a gironi, alle 8, che caratterizzeranno la prima fase. I club continueranno ad essere divisi in fasce e ogni squadra
Season Ticket Campaing: when the passion meets commercial
In questo periodo dell’anno privo di calcio giocato, seguire lo sport che amiamo potrebbe sembrare noioso, invece, specialmente per chi guarda al calcio con gli occhi da addetti ai lavori, questo diventa un periodo molto interessante. Tra calciomercato, partnership di marketing confermate e annunciate ex novo, presentazioni social dei nuovi acquisti e creatività per le campagne abbonamenti, giugno e luglio diventa un periodo speciale senza calcio giocato dai club. È proprio su quest’ultimo punto, le campagne abbonamenti, che ci soffermiamo oggi. L’impressione è