Donne nel calcio: rompere barriere, creare opportunità
Il SFS24 ha voluto porre l’accento sul ruolo delle donne nella Football Industry. È stato questo uno dei principali temi affrontati in Global Stage, nel pomeriggio di questa prima giornata, in un panel intitolato: “More Women in Football: The growth and opportunities for women’s football“. A parlarne, moderate da Owen Blachurst, Head of Brand Extensions di FootballCo, erano presenti: Budreya Faisal, Presidente del Banaat FC, Morgan Brennan, Head of Uk and Europe INDIVISA e Zoe Johnson, Managing Director del Brighton.
Il calcio femminile è in rapidissima espansione, essendo ormai diventato un driver notevole in termini di sviluppo e partecipazione. Johnson ha voluto citare i tanti esempi virtuosi del campionato inglese, rimarcando l’atteggiamento progressista adottato dai club e il clima di interesse generale verso questo nuovo trend. Discorso simile, benché politicamente diverso sotto alcuni aspetti, per quanto concerne la regione medio orientale. Nata nel 2004, il Bannat ha rivoluzionato un contesto delicato, attraendo investimenti e chiudendo anche partnership importanti con aziende come la Nike. Obiettivo comune alle due dirigenti calcistiche, viene sottolineato, resta comunque la creazione di stadi, e prodotti esperienziali, che possano essere parimenti adattati a un pubblico maschile e femminile.
Anche la Brennan ha condiviso il medesimo pensiero, ripercorrendo quanto vissuto in Australia, la sua terra d’origine.
“In Australia siamo ancora troppo focalizzato sugli sport maschili. Ma il calcio non è lo sport numero uno, diversamente dal cricket, che ha avuto modo di crescere. Calciatrici professioniste possono condividere la propria storie con il pubblico, e creare momenti di relazione con i fan, persone comuni”.
Proprio in tema di condivisione, la parte finale del panel ha affrontato la gestione dei social media. Due sono stati gli attegiamenti prevalenti: da un lato quello di Faisal, che ha spiegato come spesso – anche se in molti paesi mediorientali i social non siano legali – è previsto un obbligo di pubblicazione per le calciatrici. E, dice lei, la finalità è quella di rendere le giocatrici delle vere star community attraverso contenuti divertenti ma al contempo professionali. Diversamente, il Brighton, ha assunto delle aziende per tutelare le atlete, onde evitare abusi sui social network. Educare all’utilizzo dei social media diventa fondamentale, suggerendo anche quali azioni compiere a beneficio del brand.
Per concludere, quali sono gli ostacoli maggiori? Per Faisal ricevere supporto locale più che da parte delle organizzazioni internazionali. Inoltre, rendere le strutture più accessibili. In Albione preoccupa il reclutamento delle giocatrici, non così semplice come potrebbe pensarsi. Brennan, invece, insiste propositivamente su un atteggiamento votato alla ricerca di un’opportunità, senza doverla aspettare.