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“Giocare per l’Italia è un privilegio e una responsabilità”, ha detto Bernardo Corradi all’SFS24

Durante l’SFS24, l’evento che ogni anno riunisce esperti e protagonisti della football industry per discutere delle sue evoluzioni, Bernardo Corradi è intervenuto per raccontare la sua esperienza tra passato e presente, ripercorrendo il suo percorso da calciatore della Nazionale ad allenatore dell’U-20 italiana. Moderato dalla giornalista DAZN Barbara Cirillo, il panel ha offerto un’interessante riflessione sul ruolo moderno dell’allenatore e sull’importanza della comunicazione e della crescita personale dei giovani calciatori.

Con 246 presenze in Serie A, 56 gol e 13 apparizioni con la maglia azzurra, Bernardo Corradi è un nome che evoca ricordi di grandi partite e gol decisivi. Oggi, però, la sua sfida si gioca in panchina, dove guida l’U-20 italiana con lo stesso entusiasmo di quando indossava gli scarpini. “Giocare per l’Italia ha detto Corradi “è un privilegio e una responsabilità che cerco di trasmettere ai giovani che alleno“. La sua esperienza come calciatore lo ha preparato alle pressioni e alle emozioni che accompagnano la maglia azzurra, ma il passaggio in panchina gli ha stimolato tante riflessioni attorno al ruolo dell’allenatore, che rispetto a soli dieci anni fa è radicalmente mutato.

Tra le trasformazioni del calcio moderno, Corradi sottolinea l’importanza della comunicazione, anche per chi siede in panchina. “Mi sto avvicinando ai social network, e i giocatori di oggi li curano tanto. Il calcio ha ormai un impatto comunicativo enorme”. La FIGC, da questo punto di vista, ha fatto passi da gigante, investendo nella sua comunicazione pubblica e integrando strumenti innovativi per raccontare il calcio azzurro in modo più coinvolgente. Dopotutto, ha ricordato l’ex attaccante di Reggina e Manchester City, oggi la partita non si esaurisce sul rettangolo verde, ma estende il proprio storytelling anche a momenti trasversali e di cornice.

La gestione del talento è un altro aspetto cruciale del lavoro di Corradi. Grazie all’efficienza del sistema di scouting della FIGC, l’U-20 può contare su una rete di 25 osservatori che monitorano i migliori giovani talenti in tutta Italia. “Mateo Retegui, per esempio, è il risultato di questo lavoro“, ha sottolineato il CT. Non si tratta solo di scoprire i futuri campioni, ma anche di formare persone complete. Con il supporto di tutor scolastici in federazione, i giovani calciatori sono seguiti nel loro percorso accademico, garantendo loro un futuro extra calcistico. Un esempio lampante è Giovanni Fabbian, che sta investendo nella sua crescita culturale, talento promettente tanto in campo quanto tra i banchi di scuola.

Infine, il panel ha analizzato anche la figura di Leonardo Bonucci, la cui presenza nello staff dell’U-20 è un valore aggiunto inestimabile. “Vivere accanto a un’icona come Bonucci è un grande insegnamento per i ragazzi. Non si tratta solo di imparare da un campione in campo, ma anche di fare propri tutti quei dettagli umani che lo hanno portato a calcare i campi più importanti al mondo“, ha raccontato l’allenatore.

Tra il lavoro sul campo, la gestione delle emozioni e la trasmissione dei valori, Corradi e il suo staff lavorano costantemente per scrivere il capitolo futuro del calcio italiano.