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MASTER OF COMMUNICATIONS: Innovazione, Strategie Digitali e Nuovi modelli di fan engagement nella football industry

L’introduzione di nuovi modelli comunicativi, e le sfide del calcio contemporaneo, hanno comportato nuove sfide, e strategie creative, per ottimizzare l’engagement con i tifosi che, interesse primario dei club, devono essere al centro – attivamente – di qualsiasi azione mirata. È stato questo il main topic del panel “Master of communications”, in programma per la settima edizione del SFS. 

A parlarne sul palco, alcuni manager della football industry come Ian TaylorHead of Communications West Ham United FC -, Nick Speakman Global Head of Social Media Manchester United – e Franckie Tourdre – Direttore della comunicazione e dei media Olympique de Marseille -. Con Riccardo Nasuti (World Soccer Agency) a fare da host, il panel ha permesso di spaziare su più fronti.

Oggi il fan interessato al calcio è molto diverso rispetto al passato, e questo è molto evidente grazie ai social media. Oltre ai “local fan” – che sono fidelizzati alla community e che consumano quotidianamente contenuti sulla propria squadra – c’è anche una platea di tifosi sparsa per il mondo”, ha detto Nick Speakman. Un’affermazione condivisa anche da Tourdre, che ha insistito molto sulla valorizzazione del brand calcistico in un’ottica internazionale. Come? Insistendo su contenuti trasversali e personalizzati come il lifestyle, in grado da ampliare lo spettro di potenziali appassionati.

Una fan engagement strategy che deve – quindi – rivolgersi a pubblici generazionalmente differenti, ma accomunati dalla passione verso la propria squadra del cuore. A Londra, in casa West Ham, si punta tanto sull’heritage sfruttando anche le piattaforme di broadcasting; l’obiettivo rimane quello di creare un content internazionale che ripercorra anche la storia e le iniziative del club.

Prima potevamo appoggiarci soltanto ai canali tradizionali, come la televisione o i giornali cartacei. Oggi invece abbiamo il doppio delle possibilità e degli strumenti, anche in house. Ad esempio, recentemente abbiamo sviluppato un content visuale che permette – ai tifosi sparsi per il mondo – di conoscere la nostra città. Ecco perché abbiamo pensato di impostare la visual identity puntando sui luoghi iconici, e panoramici, di Marsiglia” ha precisato Tourdre, insistendo molto sulla personalizzazione e diversificazione del prodotto all’interno di un ampio ecosistema digitale. 

Un’attività che non si è fermata nemmeno con lo scoppio della pandemia Covid-19, la quale forse ha addirittura favorito l’esplosione delle piattaforme digitali e di asset alternativi come i podcast. Una rivoluzione a trecento sessanta gradi che ha investito anche momenti che fino a qualche anno fa era impossibile traslare sull’online. Ad esempio? Il match day. A riguardo, Taylor ha voluto condividere la propria idea: “La parola chiave è equilibrio. Bisogna cavalcare i trend, ma senza mai dimenticare le proprie radici. Una volta il match day era un momento sacro, con rituali precisi. Oggi tutto è stato spostato online, ma certe dinamiche sono rimaste intatte”. 

Inoltre, un tema che ha spinto i tre a dibattere a lungo è stato la trasformazione della figura del calciatore: oggi influencer a tutti gli effetti, con i tifosi più giovani che probabilmente supportano più lui che il club nel quale milita. Ma una soluzione – condivisa da ciascuno sul palco – potrebbe essere quella di sfruttare un giocatore per rivolgersi a una specifica comunità. Ad esempio, la multiculturalismo di Londra permette al West Ham di sfruttare Emerson Palmieri per interloquire con gli italiani emigrati. 

Nick Speakman ha ricordato l’importanza di utilizzare uno specifico canale digitale in base all’ operazione che si vuole portare a termine e all’audience cui ci si vuole rivolgere, senza mai dimenticare quanto football ed etnertainement vadano di pari passo. L’ultima parte del panel, infine, si è incentrata sul calcio femminile, un mercato ancora poco esplorato e laboratorio creativo.A Manchester stiamo gradualmente ampliando il team di professionisti che operano solo sul calcio femminile, che in pochi anni esploderà e offrirà più opportunità di quanto già non faccia oggi”, ha concluso il Global Head of Social Media dei Red Devils.