L’ultimo panel del secondo giorno del SFS, in collaborazione con Fortune Italia, ha acceso i riflettori sulla leadership femminile nello sport, esplorando esperienze e strategie che hanno contribuito a trasformare il settore.
Negli ultimi anni, il ruolo delle donne nel calcio ha assunto un’importanza sempre maggiore, con progressi tangibili ma ancora molte sfide da affrontare. Il panel ha visto la partecipazione di figure di spicco del panorama sportivo italiano: Silvia Salis, Vice Presidente Vicario del CONI, Milena Bertolini, ex CT della Nazionale femminile italiana, e Regina Baresi, ex calciatrice e commentatrice DAZN, sotto la moderazione di Massimo Maria Amorosini di Fortune Italia.
Le tre figure femminili hanno condiviso la propria esperienza professionale e umana, raccontando i pregiudizi con cui si sono dovute scontare nel corso della loro carriera. Nonostante i progressi di questi ultimi anni, permangono ancora barriere culturali e strutturali che rendono difficile l’accesso delle donne a ruoli chiave nella football industry.
Milena Bertolini ha voluto evidenziare l’upgrade del calcio femminile in Italia, soprattutto dopo la decisione della FIGC nel 2015 di obbligare le società professionistiche maschili ad avere anche una squadra femminile. Un momento cruciale è stato il Mondiale del 2019, che ha acceso i riflettori sulle Azzurre, accelerando il passaggio al professionismo. Tuttavia, il cambiamento è ancora parziale: il numero di allenatrici e dirigenti è estremamente ridotto, con una presenza femminile negli staff tecnici inferiore al 10%.
Un dato che fa riflettere è che Silvia Salis, nel 2021, è stata nominata Vice Presidente Vicario del CONI, diventando la prima donna nella storia dello sport italiano a ricoprire questo incarico. Tuttavia, attualmente solo una federazione sportiva nazionale, quella della Danza Sportiva, è guidata da una donna, Laura Lunetta. Salis ha spiegato che una delle principali difficoltà nel raggiungere posizioni dirigenziali è legata alla struttura del sistema sportivo italiano, che si basa molto sul volontariato: “Le donne spesso non hanno il controllo del proprio tempo libero come gli uomini, e questo le penalizza nei processi elettivi. Per cambiare questa tendenza, è necessaria un’azione combinata dal basso, attraverso una maggiore sensibilizzazione, e dall’alto, con politiche mirate a favorire l’inclusione”, ha dichiarato la dirigente.
Durante il panel si è discusso anche delle caratteristiche che le donne possono apportare al mondo del calcio, non solo in campo ma anche negli staff tecnici. Secondo Bertolini, la leadership femminile si distingue per una maggiore capacità relazionale e per un approccio più circolare ai problemi, integrando razionalità ed emotività. Tuttavia, nel calcio moderno, dove si privilegia l’aspetto tecnico-tattico, questi elementi vengono spesso sottovalutati, penalizzando la presenza delle donne. Come facilitare e modificare questo trend? Una possibile soluzione potrebbe essere quella di investire sulla formazione e sulla crescita delle allenatrici fin dalle categorie inferiori, creando un bacino di professioniste preparate per guidare anche le grandi squadre. Ma il problema non è tanto di competenza, quanto di cultura: se gli allenatori sono prevalentemente uomini, tenderanno a circondarsi di staff maschili, perpetuando il divario di genere.
Un’altra questione affrontata è stata l’eventuale introduzione di quote rosa per riequilibrare la presenza femminile nei ruoli dirigenziali. Se da un lato potrebbero accelerare il cambiamento, dall’altro la vera sfida è creare una cultura che valorizzi la presenza femminile per il valore aggiunto che porta, e non solo per obbligo normativo.
Regina Baresi ha poi sottolineato il ruolo fondamentale dei media nel promuovere il calcio femminile: “Negli ultimi anni, l’attenzione è cresciuta in modo esponenziale, grazie anche a piattaforme come DAZN, che hanno dato grande spazio alle competizioni femminili, aumentando la visibilità e l’interesse da parte del pubblico”.
Il panel si è chiuso con alcuni consigli per le donne che vogliono entrare nel mondo del calcio, sia come giocatrici che come dirigenti o allenatrici. La chiave, ha specificato Bertolini, risiede in investimenti mirati sulla propria formazione, sulle competenze tecniche e sulla crescita personale.
Il cambiamento culturale è già in atto, ma per renderlo strutturale è fondamentale continuare a promuovere la leadership femminile, investire su nuovi modelli di riferimento e creare opportunità concrete di crescita. Il calcio ha bisogno di una governance più inclusiva e rappresentativa, e le donne hanno tutte le carte in regola per esserne protagoniste.
SFS24, il valore della presenza femminile nel calcio
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