La visione del luogo dove si svolge l’evento sportivo, e non solo, è stato il cuore del panel moderato da Ivan Ortenzi e che ha visto partecipare Jordi Penas responsabile del Barcelona Museum, Paolo Monguzzi Stadium & Consumer Business Director di Juventus Football Club, Luca Montebugnoli Founder Chairman and Ceo di Vivaticket e Silvia Prandelli, Senior Principal di Populous.
Un panel dove le suggestioni legate a come sarà il futuro del luogo fisico e le integrazioni tecnologiche che possono portare nuovi fan base e nuovi clienti. Jordi Penas si è soffermato sul fatto che lo Spotify Stadium arriverà presto “La fine lavori completa è al massimo per il 2026”. Suggestivo in tal senso il video trasmesso in sala con lo stato dei lavori visto dalla finestra dell’ufficio del dirigente blaugrana. “Ci lavorano ogni giorno 7000 persone”.
Penas ha sottolineato anche che “La sostenibilità è il cuore del progetto e che il 75 % dell’energia arriverà da pannelli solari e che il Museo del Barca sarà nello stadio già dalla prossima estate”. Nel frattempo, è attivo un temporary Museum dove la storia e le tecnologie più recenti si intrecciano.
Stando al tema il dirigente del Barcelona ha spiegato che il Camp viene usato 30 giorni all’anno “Dobbiamo usarlo gli altri 330 e per farlo dobbiamo inventare e usare la tecnologia”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Paolo Monguzzi della Juventus “Una volta costruito un nuovo luogo l’effetto sorpresa deve essere costante. Deve affascinare il bambino di quattro anni chi segue sempre la Juventus e chi torna allo stadio dopo anni”.
“Lo stadio – ha sottolineato il dirigente bianconero – è come una piccola città deve accogliere tutti e vale per tutte le Venue”. Evidenziando la necessità di essere sempre aperti a nuove sfide, “Non posso basarmi sul fatto che oggi è il più moderno domani non lo sarà più”.La parola chiave è ambizione” ha chiosato Monguzzi “Ci saranno nuovi stadi ma noi vogliamo restare il più bello e il più moderno”.
E a proposito di stadi moderni di grande impatto il video presentato da Silvia Prandelli di Populous “La tecnologia serve per creare l’effetto sorpresa e il sentimento di appartenenza alla Venue. Il percorso così è sempre nuovo”.
Spiegando l’importanza di “Conoscere la propria audience e capire lo spettatore intergenerazionale. Costruire edifici come contenitori di esperienze e come rendere queste esperienze social e iconiche al tempo stesso”.
Per fare questo è decisivo lavorare con “Sostenibilità e social sostenibilità, influenzando con esse gli iter progettuali. Una Venue per tutti, sia in modalità partita e che in modalità non partita”. L’esempio diretto è quello di aprire aree nei giorni di non partita rendendole removibili e riconfigurabili.
Luca Montebugnoli di VivaTicket in collegamento da remoto ha sottolineato il concetto di “No paper ticketing” e soprattutto di integrazione tra la app di bigliettazione e i servizi locali a partire dai trasporti e le social card.
Sottolineando al tempo stesso una serie di chiavi consolidate “Spostare l’esperienza nel Digitale, quindi acquistare tutto con lo smartphone. Arricchire il database per accompagnare con servizi ad hoc i clienti da Casa alla Venue e vederlo in tutta la settimana. Creare ecosistema”. Come farlo? “Innovazione e flessibilità, l’Arena di New York ha il 100% di abbonati di cui 80% sono flessibili”. Un salto nel futuro
Venue vision il futuro degli impianti sportivi
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